1) Analisi della diversità floristica e cenologica degli ambienti costieri sabbiosi dell’Italia centrale
2) Analisi dell’influenza dei principali determinanti esterni (fattori ambientali e antropici) sui pattern di diversità specifica
3) Analisi dell’impatto delle specie esotiche sugli ecosistemi costieri sabbiosi
4) Analisi della distribuzione degli habitat psammofili di interesse comunitario in relazione ai principali cambiamenti climatici e di uso del suolo a livello nazionale.
5) Monitoraggio della biodiversità costiera
6) Relazione tra la vegetazione sommersa di Posidonia oceanica e la vegetazione costiera psammofila
1) Analisi della diversità floristica e cenologica degli ambienti costieri sabbiosi dell’Italia centrale:
a) Censimento della flora vascolare costiera
Il censimento floristico su ampia scala ha come obiettivo l’inventario e l’analisi della distribuzione spaziale della flora vascolare costiera, con particolare attenzione agli elementi rari e prioritari. Questo censimento segue il protocollo standard della cartografia floristica europea che considera come unità di base una griglia di circa 35 km2, corrispondente a 1/16 del foglio delle carte topografiche 1 : 50.000. La distribuzione delle specie viene evidenziata graficamente mediante carte digitali riportanti la presenza di ciascuna specie censita sulla maglia utilizzata.
Il censimento della flora vascolare è stato realizzato fra gli anni 2003-2007 sulle coste di Lazio, Abruzzo e Molise in collaborazione con ricercatori dell’Università degli Studi del Molise e dell’Università dell’Aquila.
b) Individuazione degli habitat costieri di Direttiva
Dall’anno 2003 si sta realizzando un campionamento di dettaglio delle cenosi vegetali costiere seguendo un protocollo metodologico standard tramite plot random di vegetazione. L’insieme dei plot campionati costituisce il dataset che viene aggiornato ogni anno con lo scopo di identificare le principali tipologie di comunità vegetali presenti nei litorali indagati. In seguito, le comunità sono attribuite agli habitat di Direttiva sulla base della presenza/abbondanza delle specie diagnostiche e caratteristiche (“Italian Interpretation Manual of the 92/43/EEC Directive habitats”).
Gli habitat di Direttiva interessati sono i seguenti:
- Vegetazione annua delle linee di deposito marine, habitat 1210;
- Dune embrionali mobili, habitat 2110;
- Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche), habitat 2120;
- Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae), habitat 2210;
- Dune con prati dei Malcolmietalia, habitat 2230;
- Dune costiere con Juniperus spp., habitat prioritario 2250;
- Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia, habitat 2260.
2) Analisi dell’influenza dei principali determinanti esterni (fattori ambientali e antropici) sui pattern di diversità specifica:
Lo scopo di questa indagine è di analizzare come i pattern di diversità di specie native ed esotiche siano influenzati dai determinanti ambientali ed antropici. I determinanti che saranno presi in esame sono i seguenti: variabili geografiche e climatiche, composizione del paesaggio circostante (uso del suolo e presenza di aree protette), dinamica della linea di costa (in erosione, stabile, in avanzamento), densità della popolazione umana, fattori economici legati al turismo e alla rete stradale, ecc. Si prevede l’applicazione di modelli statistici volti a spiegare il pattern di diversità in relazione ai determinanti esterni (modelli esplicativi) valutando anche l'importanza relativa dei singoli determinanti. L’approccio considerato è multi scalare: l’analisi è sviluppata sia a scala regionale sia locale.
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3) Analisi dell’impatto delle specie esotiche sugli ecosistemi costieri sabbiosi:
a) Censimento delle piante vascolari esotiche negli ecosistemi dunali costieri secondo il protocollo del progetto della cartografia floristica europea. La distribuzione delle specie esotiche è evidenziata graficamente mediante carte digitali applicando la stessa metodologia proposta per le specie native.
b) Analisi della distribuzione delle specie aliene nelle diverse comunità vegetali dunali.
c) Analisi dell’impatto di Carpobrotus aff. acinaciformis sulle comunità vegetali native. Confronto tra le comunità vegetali della zonazione costiera con presenza di Carpobrotus e le comunità di controllo senza Carpobrotus.
d) Analisi dell’impatto di Carpobrotus aff. acinaciformis sulla diversità di specie native focali e di interesse comunitario.
e) Analisi dell’impatto di Carpobrotus aff. acinaciformis sui suoli. Analisi delle caratteristiche chimiche del suolo in comunità invase e non invase di controllo.
f) Analisi dell’impatto di Carpobrotus sull’assemblaggio delle comunità vegetali. Analisi delle regole che guidano l’assemblaggio delle diverse comunità vegetali della zonazione dunale in relazione al gradiente di stress mare-terra e in relazione all’invasione.
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4) Analisi della distribuzione degli habitat psammofili di interesse comunitario in relazione ai principali cambiamenti climatici e di uso del suolo a livello nazionale.
a) Raccolta dell’informazione fitosociologica pubblicata dalla fine degli anni 60 ad oggi a livello nazionale e classificazione di ogni rilievo in un habitat di interesse comunitario (92/43/CEE Habitats Directive). Allestimento di un database nazionale della vegetazione dunale costiera (VegDunes - Database of Italian coastal dune vegetation; EU-IT-005; www.givd.info). Analisi della diversità e della distribuzione geografica degli habitat psammofili a scala nazionale, individuando i principali hotspot e le aree con poca informazione vegetazionale disponibile.
b) Sviluppo di modelli di idoneità ambientale per gli habitat psammofili più diffusi con lo scopo di analizzare i cambiamenti nella loro distribuzione in un futuro prossimo, in relazione ai previsti cambiamenti climatici globali e di uso del suolo. Confronto di possibili scenari futuri usando due approcci: diretto (habitat-based), basato sulla distribuzione attuale dell’habitat, e indiretto (species-based), basato sulla distribuzione attuale delle specie diagnostiche di ciascun habitat di direttiva.
c) Avvio di una gap analysis volta a verificare l’efficacia dell’attuale rete di aree protette (Natura 2000) allo scopo di contribuire alla conservazione presente e futura degli habitat costieri, tra i più minacciati a livello europeo, identificando le aree con la maggiore concentrazione di habitat di direttiva
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5) Monitoraggio della biodiversità costiera:
La Rete Italiana per le Ricerche Ecologiche di Lungo Termine (LTER-Italia) fa parte dal 2006 della Rete Internazionale LTER (ILTER). Il gruppo di ricerca forma parte di questa rete che riunisce oggi 39 Paesi dei cinque continenti. La Rete LTER-Italia contribuisce ed evidenziare lo stato e l'evoluzione di molti importanti ecosistemi italiani, studiando l'effetto su di essi dell'inquinamento e dei cambiamenti climatici e valutando perdita ed alterazione della loro biodiversità. Fa parte della Rete LTER-Italia sito LTER IT-20 “Dune costiere dell’Italia Centrale” con aree di studio nelle Regioni Lazio, Abruzzo e Molise. Sempre nell’ambito di questa rete, il sito IT-20 “Dune costiere dell’Italia Centrale” partecipa al progetto europeo Life+ EnvEurope LIFE08 ENV/lT/000399 (“Environmental quality and pressures assessment across Europe: the LTER network as an integrated and shared system for ecosystem monitoring”, 2010-2013).
6) Relazione tra la vegetazione sommersa di Posidonia oceanica e la vegetazione costiera psammofila:
Lo scopo di questa ricerca è quello di analizzare gli effetti del materiale detritico di Posidonia oceanica accumulato sulle spiagge sulla vegetazione costiera terrestre. Attraverso modificazioni del suolo sia a livello fisico che chimico, questi detriti possono infatti influenzare le specie vegetali e contribuire alla diversità totale degli ecosistemi costieri.
In particolare vengono approfonditi gli effetti del detrito sulla vegetazione sia a livello di specie che di comunità, andando ad analizzare:
1) effetti sulla germinazione dei semi delle principali specie dunali costiere
2) effetti sulla sopravvivenza e sullo sviluppo delle plantule
3) effetti sulla struttura delle comunità vegetali
Quest’attività di ricerca è realizzata in collaborazione con il personale del CCB (Centro Conservazione Biodiversità, Dipartimento di Scienze Botaniche, Università degli Studi di Cagliari) e con il personale dell’ IMEDEA (Instituto Mediterráneo de Estudios Avanzados, Departamento de Biodiversidad y Conservación, Isole Baleari).